Ida Saitta

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MAGNETISMO LINEARE
IL TRATTATO FILOSOFICO DEL PENSIERO D'ARTE

di Ida Saitta

Il Magnetismo "Lineare" nasce dopo l'elaborazione dei principi preliminari delle diverse correnti artistiche del XX secolo, è la conseguente logica finale di un vissuto di esperienze e concetti umani dell'ultimo secolo. È un assemblaggio di teorie che all'unisono esprimono l'anti-fisicità e concetti come: l'astrattismo, il concettuale, la metafisica, il dualismo, la trascendenza.

 

All'Astrattismo, il Magnetismo LINEARE si associa, poiché come esso si spoglia e si libera di ogni dettame accademico per esprimere, con l'immediatezza del segno, tratti che tuttavia si incanalano sempre in una struttura aderente ai principi fondamentali del disegno. Tuttavia, sono evidenti sostanziali differenze. In primo luogo, la risposta dell'osservatore dinanzi all'opera astratta è diversa da quella magnetica.

 

L'osservatore, infatti, posto davanti l'opera astratta, è invitato alla ricerca della perfezione, nei tratti espressivi dei personaggi rappresentati e cerca di elaborarli interiormente e quando riesce, magicamente, percepisce anche se non in maniera immediata, lo sguardo dei personaggi rappresentati e la " pazzia" dello stesso folle artista creatore. Nel MAGNETISMO, invece, l'osservatore è parte attiva nel vortice di "sobria pazzia" dell'opera stessa, percepisce lo sguardo e le cose rappresentate ma in un legame con colui che si è adoperato come guida nel nuovo percorso, "l'artista".

 

Concludendo possiamo quindi dire che nel MAGNETISMO l'opera non viene sviscerata e trasformata in modo introspettivo come nell'Astrattismo, ma l'elaborazione dell'opera viene esteriorizzata insieme al folle artefice dell'opera stessa.

 

Anche nel MAGNETISMO, il disegno accademico, le proporzioni, apparentemente inesistenti sono presenti. La forma è la Linea, che diventa protagonista del volto, della posa, ma, a differenza dell'Astrattismo nulla è da elaborare, si trova tutto davanti a noi quasi disteso nell'opera. Ciò che l'interlocutore vede è la rappresentazione simbolica di uno stato d'animo quasi immortalato in uno scatto fotografico, la tangibilità dell'attimo catturato sulla materia, sia essa carta, legno o qualsivoglia materiale.

 

Tutto ciò sembra quasi appartenere al soprannaturale, all'ascetismo, ma se riflettiamo ci riconduce alla foto di un'immagine la cui attenzione del fotografo contemporaneo è catturare quel dato istante e quel dato di percezione dello stato d'animo dei personaggi fotografati.

 

La Linea, madre creatrice dei volti e degli oggetti posti nell'opera, ci sorprende perché ci costringe a non fingere e a riconoscere nello specchio il nostro essere universale. Noi opera di noi stessi. Ciò che si presenta al nostro io, nell'osservare l'opera, è un sicuro approdo in un nuovo mondo, costellato di linee che, dall'opera, pervadono l'interlocutore e che da esso fuoriescono in infinite connessioni simbiotiche con la realtà.

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Come "l'Informale" abbiamo rotto lo spazio ma a differenza di ciò sono sconvolti i piani creativi e non sentiamo più la necessità di sperimentare la materia perché abbiamo già sperimentato. La sperimentazione dello spazio utilizzato per l'opera, non è più solo materia, ma c'è insita all'interno l'idea della materia usata come mezzo per rappresentarci.

 

Con il MAGNETISMO diventiamo padroni dello spazio perché siamo spazio noi stessi.Il Concettuale ci ha aiutato a comprendere che l'idea di esprimere un concetto è alla base dell'arte vista come creazione d'opera.

 

Con il MAGNETISMO, quasi assorti nel percorso ascetico, ci si serve di Dio (del metafisico del trascendente) per concettualizzare la nostra spiritualità. L'opera tende ad essere pura essenza, espressione di uno stato d'animo tangibile, riconducibile ad ognuno di noi.

 

Il MAGNETISMO ci riconduce alle teorie del Dualismo "la non Forma " ma dopo averla fatta propria, con la frammentazione dei tratti, ne nega i fondamenti antiarte, e si ricompone nella riscoperta dell'arte stessa. È creazione di uno stato d'animo per mezzo dell'arte.

 

Con il MAGNETISMO per esprimere ciò che siamo, non esiste l'obbligo di evidenziare particolari e sfaccettature, perché resta il tratto forte e deciso della forma, sintesi estrinseca dell'essere umano.

 

Nel MAGNETISMO si possono ricondurre tutte le forme di espressione artistica accomunate per tratti pensieri e sintesi alla nuova teoria di lettura magnetica, come la poesia, la fotografia, la grafica, ed in ultimo, più riconducibile, la pittura. La "linea", nell'opera, è libera crea spontaneamente il movimento il cui gesto diventa musica per suggerire l'intensità del segno. Le esemplificazioni a cui tutto ciò si riconduce sono numerose, e di vario genere. Il mito, in primo luogo, che non è ingenuo ricordo sommerso, ma rappresenta il lungo percorso dello spirito, partecipazione di un "vissuto", substrato di ogni cultura.

 

Il segno che si erge a protagonista e ribadisce nella marcata individualità del tratto, la forza.Il simbolo che vive nell'umana cultura in cui tutti i prodotti dello spirito sono intercomunicanti. La Linea Mito così complessa è mito-segno-simbolo. Così quand'anche le filosofie tendano ad omologare i percorsi dell'arte, la Linea Mito, si eleva a creare un suo universo metafisico, aperto a contaminazioni, rinnegando l'inviolabilità delle ideologie, crea relazioni intersoggettive di fondamentale valenza storica e spirituale.

Contestualizzazione

Il trattato filosofico-artistico sul Magnetismo Lineare si configura come un documento ambizioso, un manifesto che punta a dare voce a una corrente artistica in continua evoluzione, radicata nel presente ma capace di attingere ai grandi movimenti del XX secolo per trasformarli e superarli. La riflessione proposta non è un semplice esercizio teorico, ma un percorso che invita il lettore e l'osservatore a esplorare un linguaggio visivo e concettuale nuovo, dove l'arte diventa il ponte tra il sé interiore e il mondo esterno, tra l'individuo e l'universale.Nel testo si avverte un costante dialogo con correnti come l’Astrattismo, l’Arte Concettuale e il Metafisico, non come omaggio o imitazione, ma come una rilettura critica che ne riconosce i punti di forza e ne espande i confini. Il Magnetismo Lineare nasce dall'incontro tra la purezza del segno e l'energia simbolica della linea, che diventa un elemento centrale non solo nella composizione artistica, ma anche nella narrazione filosofica. 

La linea, descritta come “mito e simbolo”, è molto più di un semplice tratto grafico: è il veicolo attraverso cui l’opera comunica direttamente con l’osservatore, eliminando le barriere interpretative e favorendo un’immediatezza emotiva e spirituale.Il trattato pone grande enfasi sul coinvolgimento dell’osservatore. Nel Magnetismo Lineare, l’opera non è mai un’entità statica o autoreferenziale, ma un’entità viva che muta nel dialogo con chi la osserva. Questo approccio ribalta il tradizionale rapporto tra artista, opera e pubblico: non è più l’artista a imporre un significato, né l’osservatore a dover svelare passivamente un messaggio nascosto. Al contrario, si crea una relazione simbiotica, dove l’opera diventa lo specchio di emozioni, stati d’animo e pensieri dell’osservatore, trasformandosi in una creazione unica per ciascun individuo che la contempla. Il MAGNETISMO LINEARE si distingue inoltre per la sua capacità di combinare l’immediatezza del gesto artistico con una profonda componente spirituale. Il testo sottolinea come l’opera diventi una manifestazione tangibile dello stato d’animo, catturata sulla materia attraverso un processo che richiama l’intensità del gesto fotografico contemporaneo. Tuttavia, a differenza della fotografia, l’arte magnetica si carica di un valore trascendente: non è solo la testimonianza di un istante, ma l’espressione di un percorso che unisce l’interiorità dell’artista a quella dell’osservatore.Nel contesto storico-artistico, il Magnetismo Lineare si propone come un superamento delle correnti precedenti. 

Dove l’Astrattismo invita a una profonda introspezione e l’Informale rompe i confini dello spazio fisico, il Magnetismo riporta al centro la forma e il significato, ma in un’ottica rinnovata, che integra il passato per proiettarsi verso il futuro. È una corrente che celebra la connessione tra materia e spirito, tra forma e contenuto, proponendo un’arte che non è mai fine a sé stessa, ma sempre orientata al dialogo e alla relazione.Questo trattato, quindi, non è solo una descrizione di principi teorici, ma una chiamata all’azione per artisti, critici e osservatori. Esso ci invita a ripensare l’arte come un’esperienza totale, capace di abbracciare l’umano e il trascendente, il personale e l’universale, in un viaggio di scoperta che non termina mai di sorprenderci. In questo senso, il Magnetismo Lineare non è solo una corrente artistica: è una filosofia, un modo di essere e di vedere il mondo attraverso l’arte.

La Linea Mito, nel MAGNETISMO, più semplicemente, "la Linea", è presente come significato simbolico originario, prodotto di una vera e propria empatia fra le varie matrici culturali.L'espressività "Lineare" diviene capacità di manifestare, e di far sentire, un mondo di sensi: in cui, appunto, la presenza è espressiva e comunicativa nel suo stesso essere presenza. La "Linea" offre una potenzialità di comprensione immediata; è esempio di comunicazione diretta, priva di "stazioni intermedie", il messaggio è inviato direttamente all'interlocutore, una trasmissione di sensazioni, pensieri che l'immagine "pulita" trasmette rimanendo comunque in attesa di una azione-reazione comune all'artista ed all'osservatore. Il segno diviene un incontro tra artista ed interlocutore è un tentativo dell'uomo di cogliere le forme dell'essere in forme "essenziali", totalità esistenziale, nell'esperienza del vissuto. Il segno nell' opera d'arte è al servizio del pensiero, che a sua volta è al servizio dell'Essere che si manifesta nella forma.