© Ida Saitta 2009-2024
Cookie Policy / Privacy Policy
Powered by Vito Sugameli
La "linea", nell'opera, è libera crea spontaneamente il movimento il cui gesto diventa musica per suggerire l'intensità del segno. Le esemplificazioni a cui tutto ciò si riconduce sono numerose, e di vario genere. Il mito, in primo luogo, che non è ingenuo ricordo sommerso, ma rappresenta il lungo percorso dello spirito, partecipazione di un "vissuto", substrato di ogni cultura. Il segno che si erge a protagonista e ribadisce nella marcata individualità del tratto, la forza. Il simbolo che vive nell'umana cultura in cui tutti i prodotti dello spirito sono intercomunicanti. La Linea Mito così complessa è mito-segno-simbolo. Così quand'anche le filosofie tendano ad omologare i percorsi dell'arte, la Linea Mito, si eleva a creare un suo universo metafisico, aperto a contaminazioni, rinnegando l'inviolabilità delle ideologie, crea relazioni intersoggettive di fondamentale valenza storica e spirituale. La Linea Mito, nel MAGNETISMO, più semplicemente, "la Linea", è presente come significato simbolico originario, prodotto di una vera e propria empatia fra le varie matrici culturali. L'espressività "Lineare" diviene capacità di manifestare, e di far sentire, un mondo di sensi: in cui, appunto, la presenza è espressiva e comunicativa nel suo stesso essere presenza. La "Linea" offre una potenzialità di comprensione immediata; è esempio di comunicazione diretta, priva di "stazioni intermedie", il messaggio è inviato direttamente all'interlocutore, una trasmissione di sensazioni, pensieri che l'immagine "pulita" trasmette rimanendo comunque in attesa di una azione-reazione comune all'artista ed all'osservatore. Il segno diviene un incontro tra artista ed interlocutore è un tentativo dell'uomo di cogliere le forme dell'essere in forme "essenziali", totalità esistenziale, nell'esperienza del vissuto. Il segno nell'opera d'arte è al servizio del pensiero, che a sua volta è al servizio dell'Essere che si manifesta nella forma.